7 minuti

7 minutiTrama: I proprietari di un’azienda tessile italiana cedono la maggioranza dell’azienda ad una multinazionale. Sembra che non siano previsti grossi stravolgimenti alle condizioni lavorative delle impiegate, ma una piccola clausola nell’accordo costringerà il Consiglio di fabbrica ad un dibattito che poco a poco porterà ciascuna delle 11 delegate a mettere in discussione la propria vita.

Regia: Michele Placido

Attori: Ottavia Piccolo, Michele Placido, Ambra Angiolini, Violante Placido, Cristiana Capotondi, Fiorella Mannoia, Maria Nazionale

Commento: “7 minuti” è ispirato a una storia realmente accaduta in Francia a Yssingeaux ed è tratto dall’omonimo testo teatrale di Stefano Massini. Il film diretto da Michele Placido è ambientato in provincia di Latina. 11 personalità e storie di vita differenti per una riflessione sul lavoro, la dignità, la paura e la possibilità di migliorare il futuro. Un’azienda tessile viene acquisita da una multinazionale estera. La nuova proprietà sembra intenzionata a non effettuare licenziamenti ma chiede alle operaie di firmare una particolare clausola che prevede la riduzione di 7 minuti dell’orario di pranzo. Lo sviluppo del dibattito fra le operaie porterà ognuna di essa a una fase di profonda riflessione. Sette minuti non sono niente sulla carta, ma sette minuti è anche il tempo che resta loro per mangiare. La pausa pranzo, che trent’anni prima durava un’ora, diventa la posta simbolica della difesa di diritti soggetti a un’erosione sempre più inumana. Sette minuti sembrano nulla in una giornata di lavoro, ma permettono all’azienda di recuperare 900 ore mensili senza versare un centesimo alle lavoratrici. “7 minuti”, ambientato prevalentemente al chiuso fra le quattro mura di una stanza, è una scuola di recitazione dove la finzione scenica si schiude alla quotidiana tragica realtà di centinaia di migliaia di donne e uomini che devono cedere invisibilmente, lentamente ed inesorabilmente diritti pur di tenersi uno straccio di lavoro che riconosca loro uno straccio di stipendio per sopravvivere. Il film getta uno sguardo lucido sul mondo del lavoro oggi: la grave crisi dell’Occidente industrializzato è pagata in primo luogo dal lavoratore. E’ lui la vittima della disoccupazione, della delocalizzazione, di una perdita strisciante dei diritti guadagnati in più di un secolo di lotta operaia, della progressiva erosione della sua forza contrattuale. La frase più significativa del film viene detta dall’anziana sindacalista Bianca(Ottavia Piccolo): “Grazie per avermi fatto capire che ormai non c’è più niente, solo la lotta brutale del singolo per la propria sopravvivenza, alla mercé di qualsiasi ricatto”.

Voto: 7

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