Parasite

“Parasite” narra le vicende “tragicomiche” di una famiglia povera che vive in un modesto appartamento sotto il livello della strada a Seul.

ParasiteTrama: Padre, madre, figlio, figlia: una famiglia vive di lavoretti mal pagati in uno squallido seminterrato. Quando il ragazzo, falsificando diploma e identità, diventa il tutor privato dell’erede di una ricchissima famiglia, i quattro escogitano un piano diabolico per sistemarsi definitivamente. Ma anche una strategia perfetta nasconde conseguenze imprevedibili.

Regia: Joon-ho Bong

Attori: Kang-ho Song, Yeo-jeong Jo, So-dam Park

Commento: Ho visto questo film su Sky Cinema. “Parasite” è stato presentato alla 72ª edizione del Festival di Cannes, dove ha vinto la Palma d’oro, diventando il primo film sudcoreano ad aggiudicarsi tale riconoscimento. E’ stato anche il primo film sudcoreano a venire candidato ai Premi Oscar, vincendone quattro(tra cui quello per il miglior film). “Parasite” narra le vicende “tragicomiche” di una famiglia povera che vive in un modesto appartamento sotto il livello della strada a Seul. I Kim sono composti da marito, moglie e due figli. Insieme si prodigano in lavoretti umili per sbarcare il lunario, senza una vera e propria strategia ma sempre con orgoglio e una punta di furbizia. Il figlio maschio Ki-woo riesce a diventare con furbizia il tutor inglese per la ricca figlia adolescente della famiglia Park, Da-hye. Con alcuni “stratagemmi” poco etici riesce a “piazzare” anche la sorella e i propri genitori. Il finale è drammatico. I ricchi sono ricchi anche perché sono gentili, oppure sono gentili perché sono ricchi? si chiedono i Kim ubriacandosi sul divano dei Park durante una loro assenza. La storia coreana funzionerebbe benissimo a New York, come a Milano o Roma, confermando le sperequazioni sociali come la più riuscita forma di globalizzazione. La lotta fra poveri presenta le sue vendette, il gioco diventa facilmente pericoloso e la commedia si trasforma prima in insensata caricatura e da un attimo all’altro in dramma, e infine in follia e horror. “Parasite” ci fa capire come l’essere umano diventa spietato per difendere la scodella di riso conquistata. Tra i poveri, dediti al si salvi chi può, non c’è alleanza, né coesione e tanto meno solidarietà. L’ottima fotografia si affianca al montaggio, con una raffinata e divertente ironia pur nella tragedia. Nella la colonna sonora musicale spunta pure una canzone di Gianni Morandi. “Parasite” è un piccolo capolavoro da vedere assolutamente.

Voto: 7+

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