Un divano a Tunisi

La psicanalista Selma Derwich lascia Parigi per aprire uno studio nella periferia di Tunisi. La psicanalista si scontra con la burocrazia.

Un divano a TunisiTrama: In Tunisia c’è stata la Primavera araba, ma forse aprire uno studio da psicanalista per una donna è ancora troppo presto. Selma è una giovane psicanalista dal carattere forte e indipendente cresciuta a Parigi insieme al padre, quando decide di tornare nella sua città d’origine, Tunisi, determinata ad aprire uno studio privato le cose non andranno come previsto. La ragazza si scontrerà con un ambiente non proprio favorevole, i suoi parenti cercheranno di scoraggiarla, lo studio inizierà a popolarsi di pazienti alquanto eccentrici.

Regia: Manele Labidi Labbé

Attori: Golshifteh Farahani, Majd Mastoura

Commento: Ho visto questo film su Sky Cinema. “Un divano a Tunisi” è un film ambientato in Tunisia. La psicanalista Selma Derwich(Golshifteh Farahani) lascia Parigi per aprire uno studio nella periferia di Tunisi. Ottimista sulla missione, sdraiare sul lettino i suoi connazionali e rimetterli al mondo all’indomani della Primavera Araba. In Tunisia dovrà scontrarsi con la diffidenza dei locali, un’amministrazione pigra e un poliziotto(Majd Mastoura) decisamente troppo zelante. Selma lavora con una serie di personaggi bizzarri: dal panettiere a cui piace vestirsi da donna, alla parrucchiera di successo che non sopporta la madre, dall’ex militare che soffre di manie di persecuzione, all’imam depresso. La povera psicanalista si scontra con la burocrazia tunisina, un problematica conosciuta anche qui in Italia. La dipendente statale, invece di sbrigare la pratica della licenza, vuole vendere intimo femminile a Salma. La scelta della commedia dà leggerezza ai temi trattati in “Un divano a Tunisi”. Il ritmo del film è piacevole e la fotografia restituisce con autenticità il contesto della Tunisia, con inquadrature immerse in una luce del giorno accecante che esaltano il bianco delle case umili eppure dignitose. La storia, accompagnata, tra l’altro, da due canzoni di Mina(“Io sono quel che sono” e “Città vuota”), si risolve dunque in una simpatica e divertente commedia che, con una leggerezza un po’ amara, accetta la realtà per quel che è, anche se la protagonista non rinuncia mai a lottare per le sue ragioni. Nei panni della protagonista c’è l’attrice iraniana Golshifteh Farahani, dal 2008 bandita dal suo paese a causa della collaborazione con Ridley Scott in “Nessuna verità”.

Voto: 7+

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