7 uomini a mollo

Un gruppo di uomini depressi e segnati da difficoltà esistenziali, riacquista il gusto per la vita enetrando a far parte di una squadra di nuoto.

7 uomini a molloTrama: Bertrand, un quarantenne un po’ in crisi, riesce a dare finalmente un senso alla sua vita quando decide di entrare a far parte di una squadra di nuoto sincronizzato maschile. Per ognuno dei componenti, gli allenamenti rappresentano una valvola di sfogo e un rifugio sicuro. Insieme si sentiranno sempre più forti fino a volere intraprendere un traguardo pazzesco: la partecipazione ai campionati mondiali di nuoto sincronizzato maschile!

Regia: Gilles Lellouche

Attori: Mathieu Amalric, Guillaume Canet, Benoît Poelvoorde, Virginie Efira, Leïla Bekhti

Commento: Ho visto questo film su Sky Cinema. “7 uomini a mollo” è la classica commedia francese con un tema di fondo. Un gruppo di uomini depressi e segnati da difficoltà esistenziali, per via di fallimenti professionali o familiari, riacquista il gusto per la vita entrando a far parte di una squadra di nuoto sincronizzato maschile. Questi uomini recupereranno l’autostima e si alleneranno per dimostrare di valere qualcosa ai campionati del mondo che si disputeranno in Norvegia, sotto i rigidi insegnamenti di due ex campionesse, l’alcolizzata Delphine(Virginie Efira) e la paraplegica Amanda(Leïla Bekhti). Il regista Gilles Lellouche filma corpi imperfetti e cadenti a mollo nell’acqua, uomini alla soglia dei cinquant’anni e sulla soglia dello spogliatoio, dove a turno confessano le insoddisfazioni e le rispettive infelicità. Già campione di incassi in Francia, “7 uomini a mollo” è una divertente commedia in stile “Full Monty” e dimostra che le imprese impossibili non esistono. Al centro del film c’è la vulnerabilità esistenziale e lo specchio d’acqua in cui rifletterla e riflettere i profili dei protagonisti del film, tutti in ambasce con la gestione dei figli, del lavoro, del matrimonio, delle relazioni, dell’avvenire. “7 uomini a mollo” è ben fatto, e pur senza essere un capolavoro si segue volentieri e diverte. Il tema del disagio psicologico degli “esclusi” dalla società dell’apparenza è trattato con una certa leggerezza ma in maniera non superficiale.

Voto: 7+

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